La fiducia è fragile, le redazioni sono sotto pressione e la complessità nel proporre storie non è mai stata così alta. Durante una recente tavola rotonda organizzata da Hotwire con PRSA Chicago e Notified, giornalisti e leader della comunicazione si sono interrogati su cosa conti davvero oggi quando si parla di relazioni con i media. Le prospettive emerse hanno messo in luce un elemento essenziale tra tutti: le pubbliche relazioni non hanno a che fare con risultati immediati, ma riguardano fiducia, autenticità e partnership genuine.
Partendo dagli spunti e dagli insight sul settore condivisi, ecco alcune strategie chiave che i professionisti di PR e comunicazione possono adottare per consolidare la propria credibilità e per alimentare nel tempo la fiducia dei giornalisti.
Costruire relazioni oltre i pitch
Una attività di pubbliche relazioni efficace non si riduce all’invio di proposte ai media per articoli, ma ha come obiettivo quello di coltivare relazioni di lungo periodo basate sulla fiducia, dove trasparenza, affidabilità e coerenza sono elementi imprescindibili. I giornalisti vogliono partner che rispettino il loro tempo, conoscano il loro ambito di lavoro e mantengano la parola data.
Bisogna ragionare in termini relazionali, non transazionali e, in sostanza, significa investire in rapporti che vadano oltre il singolo pitch.
Lo storytelling autentico vince nelle PR
Pubblico e giornalisti riconoscono immediatamente una comunicazione aziendale artificiosa. Al giorno d’oggi le storie autentiche, radicate nelle realtà locali, hanno un impatto molto più forte dei comunicati stampa “patinati”. Uno studio dell’Emerson College ha rilevato che il 75% delle notizie locali è percepito come credibile e autentico, a conferma della forza di uno storytelling concreto.
Che cosa significa questo? Dare priorità all’autenticità rispetto alla forma. Le storie più credibili, infatti, nascono da voci e community reali.
La personalizzazione nella comunicazione conta
Lo stile con cui si contatta un giornalista è importante quanto la storia stessa. Spesso, infatti, i giornalisti scartano rapidamente i pitch generici inviati in massa, soprattutto se percepiti come troppo standardizzati o addirittura generati dall’IA. Al contrario, un approccio attento e personalizzato — via email, messaggi (per esclusive) o anche telefonate — dimostra rispetto e intenzionalità.
Meglio privilegiate la qualità che la quantità, adattando il proprio approccio al giornalista e alla storia.
Non perdere il tocco umano
Sebbene la tecnologia abbia un ruolo utile nella ricerca e nell’organizzazione del lavoro, questa non deve mai sostituire la connessione umana. Come emerso durante il panel, l’IA può aiutare a individuare dati, ma non può replicare intuizione, impegno e autenticità, elementi fondamentali per costruire relazioni significative tra giornalisti e responsabili di pubbliche relazioni.
Gli strumenti come l’IA sono ottimi per migliorare l’efficienza, ma non devono mai sostituire il tocco umano.
Tornare alle basi: professionalità e preparazione
Le “piccole cose” non sono sempre così piccole. Le “basi” non passano di moda e continuano a contare: studiare, rispondere rapidamente, mantenere le promesse, essere flessibili nei diversi canali — email, messaggi o telefono — trasmette affidabilità e professionalità, sono tutte qualità che rafforzano i rapporti nel tempo.
Preparazione e professionalità sono le fondamenta della fiducia.
Uno sguardo d’insieme
Le pubbliche relazioni riguardano in ultima analisi le persone, non solo i contenuti: i giornalisti cercano collaboratori che ascoltino, comprendano e contribuiscano a raccontare storie significative. Puntando su autenticità, personalizzazione e professionalità, i professionisti delle PR possono andare oltre la logica transazionale della singola proposta e costruire relazioni con i media basate sulla fiducia che durino nel tempo.
Come stai integrando autenticità e fiducia nella tua comunicazione con i media? Gli esperti di PR e comunicazione di Hotwire collaborano con i brand per creare strategie non solo efficaci, ma che favoriscano la creazione di relazioni durature con i giornalisti.
Articolo scritto da Carlos Hawkins