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Nuove regole sugli influencer: quale impatto sulla comunicazione? 

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Negli ultimi anni, l’influencer marketing ha registrato un notevole incremento, diventando una componente essenziale delle strategie di marketing digitale di molte aziende. Gli influencer, con la loro capacità di coinvolgere il pubblico attraverso piattaforme social, sono diventati partner chiave per brand dei settori più disparati. La loro autenticità e capacità di creare connessioni genuine hanno reso l’influencer marketing un veicolo efficace per raggiungere target specifici e amplificare il messaggio di un marchio. 

Quello dell’influencer marketing è un mercato vasto e redditizio 

Il successo dell’influencer marketing non è certo cosa recente, ma continua tuttavia a crescere di anno in anno. Unendo diversi dati e ricerche, si evince che circa 28 milioni di italiani seguono almeno un influencer, e l’85% delle persone dichiara di basarsi sui consigli degli influencer nell’acquisto di un prodotto o di un servizio. Questa tendenza si conferma soprattutto tra i giovani (18-24 anni), che consultano sempre più spesso le notizie e l’attualità attraverso gli influencer. 

L’Italia, inoltre, è il Paese con la maggiore percentuale di influencer, ovvero soggetti che hanno raggiunto la maggiore età ed hanno più di 1.000 follower (2,22%), seguita dalla Spagna (1,94%), dall’Irlanda (1,35%) e dal Portogallo (1,18%). 

Il mercato italiano legato alla influencer economy vale ormai circa un miliardo di euro, e il valore dell’influencer marketing ha superato i 300 milioni di euro con crescite annuali a doppia cifra. 

Nonostante questo contesto sempre più economicamente rilevante, fino ad oggi  

lo status professionale degli influencer è stato incerto, e le qualifiche e il perimetro delle loro attività vago e soggetto a periodiche controversie. Era logico che le autorità pubbliche si sarebbero prima o poi occupate della questione fornendo un quadro di riferimento per questa professione. 

Cosa dicono le nuove regole per gli influencer in Italia  

Sebbene gli influencer siano teoricamente già soggetti a diverse leggi italiane, per esempio quelle sulla comunicazione commerciale e sul diritto d’autore, a gennaio 2024 – seguendo l’esempio di Paesi in cui sono già in atto regolamentazioni sull’attività degli influencer (come ad esempio la Francia) – l’Autorità Garante per le Comunicazioni (Agcom) ha emanato delle nuove regole più stringenti per chi opera sul mercato italiano.   

L’Agcom si concentra, al momento, su influencer che raggiungono almeno un milione di follower sulle varie piattaforme e che su almeno una di queste ultime hanno superato un valore di engagement rate medio pari al 2%. I principi cui dovranno attenersi sono quelli della trasparenza, soprattutto in materia di comunicazione pubblicitaria e di obbligo di tutela dei minori, e della responsabilità editoriale al pari dei media audiovisivi, quest’ultimi già normati dal Testo Unico

Agli influencer sarà chiesto di rispettare regole sulla trasparenza della pubblicità, con maggiori sanzioni: le multe previste dal Testo unico sui media audiovisivi arrivano infatti fino a 250mila euro. Ci saranno poi maggiori obblighi sulla tutela dei minori, con multe dai 30mila ai 600mila euro, di trasparenza societaria e altri, per esempio sulla rimozione e sull’adeguamento dei contenuti nel caso venisse loro richiesto. 

Insieme alle nuove linee guida l’AGCOM ha anche annunciato l’avvio di un tavolo tecnico, che avrà il compito di scrivere un codice di condotta specifico con le misure da applicare agli influencer con un seguito maggiore. 

Le nuove regole non implicano che gli influencer con meno di 1 milione di follower non avranno obblighi legali: continueranno a dover rispettare le leggi italiane sulla pubblicità ingannevole e sulle pratiche commerciali scorrette, come le norme contenute nel codice del consumo o nel decreto legislativo 145 del 2007 sulla pubblicità ingannevole.  

La situazione è ancora in divenire, ma ciò che è evidente è che garantire la chiarezza sarà essenziale per preservare il rapporto tra la libertà di espressione, evoluzione dei linguaggi e sicurezza dei consumatori.  

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