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IA: intelligenza artificiale o innovazione artificiale?

L’intelligenza artificiale (IA) è spesso fonte di preoccupazione tra i lavoratori. Una diffidenza comprensibile, considerando i potenziali svantaggi già vissuti con l’introduzione dell’automazione e il timore ora di assistere a un impiego analogo dell’IA. In realtà, però, l’IA offre alle aziende l’opportunità di apportare notevoli migliorie alla vita del proprio staff.

Conosciamo tutti, o quasi, i chatbot, quei piccoli pop-up che ci salutano con un cordiale “Ciao, come posso aiutarti?”, dandoci l’impressione che una persona reale sia pronta ad assisterci alle 3 di notte per il nostro ennesimo acquisto online, di cui probabilmente ci pentiremo all’indomani. E se questi bot potessero alleggerire il lavoro del personale di un’azienda, consentendogli di prendere decisioni in modo più rapido e consapevole? L’utilizzo di una tecnologia basata sul costante apprendimento come i chatbot, che rispondono alle domande più comuni, può sollevare le risorse più abili ed esperte dall’incombenza di doversi continuamente confrontare con le stesse problematiche, consentendo loro di concentrarsi su compiti più importanti e innovativi. Le aziende che sfruttano l’intelligenza artificiale, l’automazione e il machine learning per potenziare strategia, creatività e migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei dipendenti, sono destinate a essere i player di maggior successo, nonché i datori di lavoro più ambiti.

Gli strumenti basati sull’IA come i bot non saranno certo degli abili strateghi, tuttavia sono già in grado di raccogliere e analizzare grandi quantità di dati, suggerire possibili risultati, predire tendenze e misurare risposte, il tutto a una velocità inimmaginabile. Spesso, come esseri umani, sviluppiamo aspettative e pregiudizi inconsci verso i risultati e le conclusioni che ci aspettiamo da ciò che facciamo. Per nostra fortuna l’IA è in grado di identificare tendenze o anomalie nei dati che per noi sarebbero inconcepibili. Sapevate che i post sui social ricevono massima attenzione dopo che in televisione viene trasmessa la pubblicità di un detersivo per i piatti? Forse è così, o forse no, ma è proprio questo il genere di osservazioni abilitato dall’intelligenza artificiale, grazie a cui le aziende possono mettere a punto strategie adeguate per commercializzare i propri prodotti. L’identificazione di questi punti di interesse consente ai dipendenti di guardare al di là dei risultati tradizionali che in quanto umani sono abituati a cercare, stimolandone invece il pensiero creativo.

Non lasciamoci ingannare: la creatività è il futuro. Secondo Forbes, tra le abilità sul lavoro, nel 2020 la creatività sarà terza in ordine di importanza. Se le aziende riusciranno a incanalare il potenziale dell’intelligenza artificiale per esaltare la creatività dei propri dipendenti, avranno trovato la formula del successo. Senza vincoli alla loro creatività, infatti, i lavoratori saranno liberi di concentrarsi sulle proprie attività e di collaborare in maniera produttiva con i colleghi, traendo così notevoli benefici dall’IA. Quando si sceglie una professione si è spinti dal desiderio di fare qualcosa di significativo; spesso, però, ci si ritrova alle prese con compiti ripetitivi e demotivanti, che appaiono come una perdita di tempo o comunque un ostacolo al raggiungimento del ruolo tanto agognato. Con gli strumenti di intelligenza artificiale attualmente a disposizione questi compiti possono essere ridotti al minimo e resi più gestibili, consentendo al personale di incanalare le proprie risorse verso la creatività. Liberi da incombenze monotone e noiose, ridotte al minimo grazie all’impiego dell’IA, i dipendenti potranno così terminare la giornata lavorativa a un orario ragionevole: niente più ore piccole in ufficio chini sui numeri quindi, ma il sollievo di poter affidare il compito all’intelligenza artificiale e di arrivare a casa in tempo per cena.

Più tempo i dipendenti trascorrono utilizzando la propria creatività, maggiori sono le probabilità che si sentano coinvolti nel proprio ruolo, affrontandone le sfide in maniera attiva, e che siano persone soddisfatte e felici. Per tenere alto il morale in ufficio è essenziale creare una cultura di positività e promuovere un sano equilibro tra lavoro e vita privata: un equilibrio che ora è più importante che mai, con il progressivo invecchiamento dei lavoratori e con la crescita delle aziende. Lungi dall’essere solo un mezzo per ridurre i costi, l’intelligenza artificiale è in primo luogo uno strumento per assistere i dipendenti nella realizzazione dei propri obiettivi, professionali e personali, e come tale va trattata dai datori di lavoro.

Considerando l’ubiquità dell’IA, il suo impiego nelle realtà aziendali si direbbe già scritto. Non resta che chiederci, allora, come vogliamo posizionare la nostra azienda: la vogliamo tra i precursori e pionieri di un nuovo approccio o preferiamo seguire e guardare gli altri abbracciare il cambiamento?